Angelo Di Mario | ||||||||||||||||||||||
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LINGUA LICIA/MILIACA TRILINGUE DI XANTHOS LINGUA CARIA
Questa prima iscrizione è molto importante; ci dice che la Lidia miliaca (*FILiaca?) si chiamava TRMMI-SN < *TrFFi-sn, presumibile anche un più antico *tHrmmisn, se fosse stata la terra dei 'TeuCri', da * < TeuKriss > teuhriss > teFriFiss > triFFiss, con la riduzione fonetica della K > H > F a zero; ci segnala inoltre che una sua città veniva detta ARNNA, troppo somigliante alla famosa ARinna 'città del dio Sole', al tirseno ARnth; Omero, Iliade, VIII, 555/565, ci racconta che presso il fiume Xanto esisteva Ilio, anche se poi davanti vi mette, secondo i traduttori, i Troiani a bivaccare! Comunque quel Tróon < *TrFoFos significa più 'dei *Tro(FF)i' che 'dei Troiani'; bisogna esaminarlo con attenzione, non mi pare troppo lontano da * > ThriFFis > TrhiFFisn > TrhiFFile; il termine greco, come spiegato nei miei libri, restituisce una forma contratta del genitivo plurale in -on, che invece deriva da -son (-rum), a sua volta da -Sos, con esito -Oon > -on: *Trho-So-Sos, o *TrhFoSos > *T()-rh()-Fo-Oon! Il genitivo plurale tirseno, chiarissimo in cle-na-RAS < *SE-na-SAS 'dei figli', precede sia il latino -rum < *sus > -()um, e meglio ancora l' -on < -sos greco. Intanto posso supporre che si tratti della seconda VILusa, quella situata nella Confederazione di ARzawa; non la prima, come già ho scritto, che doveva trovarsi presso il fiume AESEPUS '(fiume) del Cavallo', poco lontano da *Tarhuuissa/ Troia, sua alleata; i ricercatori possono pure continuare a scavare Troia, anche adesso, come leggo su certi giornali, pronti a rimettere le cose a posto, dopo un articolo su "Il Messaggero", che riportava i miei studi; scavino pure sempre Troia, troveranno sempre Troia, supposto ci sia stata davvero lì su quella collina, senza aver conservato nessuna traccia di una guerra decennale; senza qualche nave colata a picco; ma Ilio non sanno proprio dove era ubicata; nonostante Muwatallis l'avesse dichiarata città vassalla, chiamando il suo re Alaksandus; nonostante Tudhalija IV l'abbia elencata prima di *Tarhuuissa; ignorano queste notizie; penseranno che quei regnanti le avessero inventate; o non si curano della storia. Mi domando come avrebbero potuto mentire, due re, ai propri contemporanei, conoscitori del proprio territorio; anche considerando la imperfetta geografia di quei tempi. Inoltre Omero, Iliade, VI, 178/182, descrive la Chimera del paese di Trmmisn, assolutamente identica a quella tirsena: "E, quando ebbe avuto il segno funesto del genero,/ per prima cosa volle che la Chimera invincibile/ uccidesse; questa era stirpe divina, non d'uomini,/ LEONE davanti, dietro SERPENTE, CAPRA di mezzo,/ soffiava un fiato terribile di fiamma avvampante./"; poco prima afferma (vv. 267/269): "Ma si guardò dall'ucciderlo, n'ebbe scrupolo in cuore,/ e lo mandò nella Licia, gli diede SEGNI FUNESTI,/ MOLTE PAROLE DI MORTE TRACCIATE SU DUPLICE TAVOLA,/ (Versione di R. C. Onesti). Dunque, al tempo della guerra di Ilio, i Lici già sapevano fondere, già sapevano scrivere, Tirseni e *TrjFFi/ *Trii già dovevano conoscersi, anche se di cultura diversa, come è facile constatare paragonando tra loro le tante parlate anatoliche, visibilmente non sempre sovrapponibili, alcune quasi intraducibili. Aggiungerei poi Peleús *Feleus, Pelías < *Felias, Peleídes < *FEL-i-tes, e l' OL-é-n, da *FOL-e-s < *FELes 'di *Fel', termine usato dagli ELleni per indicare un licio; significa che la tradizione aveva conservato questa voce, solo appena alterata con l'introduzione della O, come avvenuto per POLichna < *FELissa, POLiochni < *FELissi, VOLsinia < *FELisna < *FELissa….. Ecco ora l'analisi relativa alla parte iniziale della TRILINGUE DI XANTHOS, scritta in miliaco, tradotta in greco ed aramaico, tratta dal mio libro "ISCRIZIONI TIRSENE E VELSINIE (etrusche) A CONFRONTO", di prossima pubblicazione. Se vogliamo proporre confronti ravvicinati tra lingue antiche, occorre continuare proprio con quelle anatoliche, perché ci troviamo, ad esempio, qualche, o molti F ( > b, f, m, p, ph, v, u, w) di troppo (Opera autore: OP-au, 2); estremamente notevole ci pare questa Trilingue (TX, 26), perché ci restituisce una buona testimonianza da paragonare al tirseno F > M… di cerichutesaMsa, LethaMsul, SethuMsal, PuMpnal, aVil, aVle/ aUle…al lidio qalMlul < *galusus…; contiene inoltre cariche (tradotte male in greco), molto interessanti per la loro struttura: eke Trymmisn chssathrapazate Pigesere Katamlah tideimi sennentepddehade Trymmile pddenehymmis Iyeru se-Natrbbiyemi sey-Arnna asaxlazu Erttimeli mehntitubede arus sey-epewetlymmei Arnnai ymmaite kumeziye ththe Xntawati xbidenni sey-ArKKazuma Chntawati sennaite kumazu mahana ebette Eseimiyu Qnturahahn tideimi sede Eseimiyaye xuwatiti seipiyete… Proviamo a semplificare: eke * > Te(k>h)riFFiss/ TerhiFFiss ksatraFasate Pigesere KataFlah tikeimi senneteFtehate TerhiFFille purtenehiFFis Iieru se NatrFFiiemi sei Arnna asaghetasu Ertimeli mehntituFete arus sei epeFelFFei…..the XantaFati chFitessi sei Arkazuma Xantawati…. "Quando su Te(k/h)riFssa/ TerhiFssa (Licia, sui Lici) signoreggiava (era satrapo) Pigesere di Katala figlio, furono nominati di Terhisse (Licia, dei Lici) pritani Iieru e Natriemi, e di Arinna (della città) consigliere Ertimeli. Decretarono poi e i villici (perieci) e gli arinni (i cittadini) di dedicare un altare al Comandante regio (del re) e all'Arconte Comandante (Xantawati re e Arkazuma Xantawati). Ordinarono sacerdote per la cura divina questi, Eseimiu di Q()nturaha figlio e chi da Esimiu fosse generato…" eke, *epe, gr. epí, éti; notare la desinenza -sn < -ss > -rn…; Trimmisn < *TehriFFisse < TekriFiss…; *TrFoFoss, -ssa; la d/th/t, in particolare per le desinenze verbali, con la chiara articolazione indoeuropea; evidente il genitivo in -h, come in messapico; particolari le cariche pubbliche: chssathrapazate 'signoreggiava/ faceva il satrapo', vedico ksatri- 'signore'; pddenehymmis ci consente di evidenziare l'opera di ripulitura fonetica, con il gruppo iniziale assimilato, purt > pudd > pdd; esso deriva da *purthenehFFis, tirs. purthne 'pritano', gr. prútaneis 'pritani'; asaxlazu, composto da *aks-AG-i-ta-su, ossia l'eis-EG-e-té-s(u)/ eks-EG-é-te-s(u) 'consigliere, direttore'; *ACH-la-su < *AG-a-ta-s(u), conserva l'arcaica desinenza che possiamo rilevare nel termine licio chacha-kBa < *chacha-sFa, nel tirseno Chalucha-su/ ChaLchas 'CaLca(nte)', da *Chachas, L infisso, come ci rivela l'eteo kuki-stii < *kukissisi 'aruspici' (MEG, P II, Ia S. 56); il termine presenta una varianza notevole che racchiude ACH-i-leús 'Achille', derivato da *AgeteFs(u) (s/n/l/t) 'duce > Achille' ( da ricordare che non era nome proprio; come per altri comandanti, veniva indicata la carica rivestita: tirs. ACH-MeM-run, gr. AG-aMéM-non < *AG-aFe-Fsos 'AG-aMe-Mno-ne', AG-ó-s < *AG-aFa-Fsos, EG-e-tés < *EG-eFe-Fnes (s > t > n); così AG-é-tor, ÉK-tor' 'Guida > *Ektore > Ettore',… EG-é-mon; ancora *lawakeWesas > lawag-é-tas > LUC-uMo-ne (s > t > n), LAG-é-tes; tawagalawas < *TAG-a-sas * > TAGatas/ TAGalas/ TAGanas, TAG-ó-s > *TAG-e-tes > tirs. TAGete, appartengono tutti al concetto di 'guida/ capo/ duce'); notevole la qualifica chBidenni 'reggente/regnante/ regio' attribuita ad uno dei governatori (Xntawati chbidenni); un'uscita aggettivale del tipo ittita, da *chFites 're' > *chFitessi > chBidenni < *kFetessi; la cui radice collima col tirs. Cautha/ *caFtha/ *cFatha, con il 'Gran Cheta', dal quale Thutmosis ricevette doni (GIT, 6), e il protohattico katti < *kati: Tabarnas katti taniwas 'Tabarna fa/ è re' (DSS, 9, 87); il verbo taniwas si confronta con le voci tirs. tenve, tenthas, tenine, tenu; ottimo epeweTlimmei < *epewelmmei, da *epeFelFFei < *epeFaulFFei, gr. ép-auloi! E poi parrebbe quasi incomprensibile la preposizione raddoppiata ththa < *ta 'per', se non ci soccorresse l'eteo ta(-mi) 'per' (MEG, 11, 13). Il verbo, da prendere a schema e analizzare, è sennentepddehade, radice KSEN > SEN, desinenze -te-te-sa-se, il significato probabilmente va ricavato da SENno, SENtenza, ted. SINnen, più appropriato il tirs. cluvenias < *ksuFenias > *sunias 'decisione' (TLE, 5), allora significa 'decidere, sentenziare, ordinare'; tutto il resto una somma di desinenze alterate: -te-Fte-sa-se, dall'originaria serie del passato 3a pers. plur. -se-se-se-se > -te-te-se-se, -te-te-te-re, -t-te-n-s….-su-u-la-la-ni….; si controllino i seguenti esempi: urarteo qaBq-a-r(u)=su-u-la-la-ni (OP-au, 2) < *KAK-lu=su-Fu-sa-sa-si '*KIK-lo=va-Fe-ru-n-t(i)' 'avevano circondato'; da collocarsi accanto all'osco dis-LEL-a-ri-n-su-s()-t(i) < *dis-LEL-a-ri-s-su-si-si 'non abbiano/ avessero parlato'; ancora accanto a TER-e-m-na-t-te-n-s < *TER-mi-na-te-te-n(e)-s(e), lat. TER-mi-na-ve-ru-n()-t(i), TER-mi-na-ve-ra-n()-t(i), TER-mi-na-ve-ri-n()-t(i), divisi solo da piccole varianze vocaliche con le quali il parlante ha potuto specializzare un modello unico; modello riferibile anche al cretese, Lineare A, a-DIK-i-te-te-du-Bu-re (OP-au, 2), voce scomponibile in a- privativa, DIK radice, seguita da -te-te-tu-Fu-se, una delle innumerevoli serie di desinenze, quindi potremmo ipotizzare *a-DIK-i-se-se-su-Fu-se 'abbiano peccato, danneggiato, commesso azione esecrabile', gr. a-DIK-é-o…. TITUS DIDACTICA Pulenida Mulliese Ebenne ntata mene prnnawate Pulenida Mulliieseh se dapara Pulenidah Purihimetehe prnneziiehi hrppi lada epttehe se tideime seiie tieseri tadi tike ntata ebehi meiie httemi punama ooi aladahati ada "Questo sepolcro (memoria) in verità ha costruito Pulenida di Mullijese, e insieme con di Pulenida Purihimete, per i famigliari, le mogli stesse, e i figli loro. E proprio a chi danneggia, rovina la costruzione, a questi danno e distruzione in ogni tempo mandi la maledizione del tutto."
xupa ebenni menade Masauweti Meyereh tideimi eti xntawata Periklehe Riguardo alle cariche, scopriamo in questa lingua un eloquente teleziye < *telessje 'telesta', che ancora suggerisce una comune civiltà, infatti dal modello originario *telessa, ecco il miceneo tere(t)ta, il tirreno zilachnu < *tilasnu < *tilassu, ed il gr. telestés < *telesses, teletés < *terettes. BOFFO: LINGUA CARIA Trascrizione ed esame fonetico del testo Viene mostrato, con molta ricchezza, il metodo di analisi, che ci permette di scoprire meglio la forma, dandoci la possibilità di avvicinarci al testo con maggiore consapevolezza. L'enorme quantità di infissi indica, o che la lingua era degenerata, o precedeva la contrazione, oppure la F, con tutte le sue varianti ( > b/ f/ m/mp/ p/ph/ v/u/ w), derivava da una dizione/ scrittura fortemente sillabizzata (ta-Wa-ga-la-Wa-s() > tagós 'signore' > tirs. Tagete), che comprendeva la trascrizione dell'elemento estraneo (come il duVe/ due), inserito nella pronuncia: ad esempio ktmavtwn 'compratore': o da *ka-ta-Ma-Fa-ta-Fa-sa > *ktMaFtFs, oppure da *ktMaFtFs a *ktmates, gr. ktáomai 'compro', ktêma 'acquisto'. Si potrebbe affermare che derivi dalla prima stesura monosillabica; e che in seguito gli affissi siano rimasti prima contratti, per poi sparire nella forma più recente, come osserviamo in greco. Invece YHV-fisma < *FsFFis-ma ci rivela che quella lingua non possedeva il segno/ suono PS di PSéFis-ma < *SES-i-ma 'decreto', quindi il gruppo YHV ne occupa la pronuncia, pressoché *FSFeFis-ma/ *FseFs-ma, con H/S, come nell'ittita Ahhijawa per *Assijawa > Asia. DOCUMENTO per la vendita/acquisto/locazione. SCHEMA A Mylasa i contraenti sono, da un lato, quali acquirenti, in seguito locatari, i membri della tribù degli Otorkondeis, i quali agiscono nell'interesse della divinità, lo Zeus/ Dio Otorkondeon, in particolare per il tempio consacrato al dio, che risulta proprietario dei possedimenti, definiti fuletikaiv gevai DioV" §**Otwrkondewvn Iter seguito dagli Otorkondeis per Zeus Otorkondeon: Fuletikaiv gevai DioV" §**Otwrkondevwn Da questo punto si può seguire il modello di analisi che evidenzia in particolare l'affisso F ( > b, f, h, m/ mp, p/ mp/ ph, u/v, w), e lo elimina, per semplificare il testo: * > FhuletikaiF *geFai DioF" §**OtFrkondeFFn * > Phuletikai geai Dio" §**Ot(o)rkonde(o)n (oppure dioF; F in finale lo tolgo, ma qua e la può servire, come in tirs. eterav < *eteraF; in umbro zeref, osco statif) Decreto preparatorio della phyle: (yhvfisma > < psefisma, varianze ipotizzabili: *FsFfis-ma < *yhFFis-ma < *FseFis-ma > *uSvfis-Fa; *FsFesMa; *F/usiFisMa; *psiFsaMa) Presentazione al cospetto dell'ekklesia di una commissione di kthmatw'nai * > < ktmatF'nai 'compratori', come ci dice la loro denominazione (da wjnhv kthmavtwn * > < FinhF ktmaFtFn * > Finh ktmatn, ktmaten); i quali erano incaricati dell'acquisto delle terre messe in vendita; e dichiaravano la disponibilità di alcuni cittadini a vendere i propri appezzamenti. kthmatw'nai *ktmatF'nai/ *ktmat'nai 'compratori' (v. sopra i *FjnhF *ktmaFtFn); *kthma-tFe-nai, kt-áo-mai, KAT > KT, o (k-/g-)TA- 'prendo', eteo tá- 'prendere > acquistare'. Formula: perV w|n ejpelqovnte" oiJ aiJreqevnte" kthmatw'ai (nomi dei venditori) dielevghsan * > perF F|n ejpelkoFnte" oiJ aiJrekeFnte ktmatF'ai (nomi dei venditori) dieleFgsan * > per F/n ejpelkonte oiJ aiJrekente ktmat'ai………dieleksan (*epelkonte…) euJrivskei'n pwloumevna" uJpoV (nomi dei venditori) geva" (descrizione del territorio) * > euJriFskei'n pFloumeFna" uJpoF (nomi dei venditori) geFa" (descrizione del territorio) * > euJriskei'n p(o)loumena" uJpo………gea"…….. Presentazione di fronte all'ekklesia di un cittadino disposto a ricevere in affitto. Formula: ejpelqw'n deV kaiV ejpiV thVn ejkklhsivan e(fh e{toimo" ei\nai dioikei'n tau'ta. * > ejpelqF'n deF kaiF ejpiF thFn ejkklhsiFan e(fh e{toimo" ei\nai dioikei'n tau'ta * > ejpelke'n de kai ejpi thn ejkklsian e(fh e{toimo" ei\nai dioikei'n tau'ta Si aggiungono le condizioni di locazione ( tra cui, eif= w|i katagravyei touvtwn thVn wjnhVn bebaiwtaV" didouv"), come poi saranno riportate nell'atto d'affitto * > (tra cui, *eiF= F|i katagraFyei touFtFn thFn FjnhFn bebaiFtaF" didouF") * > (tra cui, *eiF= F|i katagraphyei toutn thn Finhn bebaita" didou"). Decisione della phyle di affittare (perciò di comprare in prima istanza) i terreni all'interessato, atto affidato ai tamiai, i due amministratori dei fondi tribali. Formula: dedovcqai: poihvsasqai touV" tamiva" thVn mivsqwsin ejpiV tw'n didastw'n kaiV * > dedoFckai: poihFsaskai touF" tamiFa" thFn miFskFsin ejpiF tF'n didastF'n kaiF * > dedokkai: poihsaskai tou" tamia" thn misksin ejpi t'n didast'n kai tou' nomofuvlako" kataV suggrafhvn * > tou' nomophuFlako" kataF suggraphFn * > tou' nomophulako" kata sungraphn Disposizioni di registrare, ad opera dei tamiai, il presente decreto nel documento di affitto, immediatamente di seguito ("al di sotto"), al fine di controllare la rispondenza delle condizioni, e di anagraphein nel tempio di Zeus Otorkondeon l'atto di acquisto, l'atto di appropriazione, l'atto di affitto. Formula: uJpograyavtwsan deV ejn tw'i th'" misqwvsew" crhmatismw'i tovde toV yhvfisma: * > ujpograYaFtFsan deF ejn tF'i th'" miskFFseF" crhmatismF'i toFde toF yshFfisma: * > ujpograPHatsan de ejn t'i th'" miskse" chrmatism'i tode to Fsifisma: ajnagrayavtwsan deV ejn tw'i iJerw'i tou' DioV" =Otwrkondevwn tovn te th'" * > ajnagraYaFtFsan deF ejn tF'i iJerF'i tou' DioF" =OtFrkondeFFn toFn te th'" * > ajnagraPHatsan de ejn t'i iJer'i tou' Dio" =Ot(o)rkonde(o)n ton te th'" wjnh'" kaiV th'" ejmbavsew" kaiV th'" misqwvsew" crhmatismovn * > Fjnh'" kaiF th'" ejmbaFseF" kaiF th'" misqFFseF" crhmatismoFn * > Finh'" kai th'" ejmbase" kai th'" miskse'" chrmatismon Atto di vendita (wjnh'" crhmatismov" > *Finh'" chrematismos"), menzionato nella parte conclusiva del decreto, ma non attestato in Mylasa, come invece lo era a Olymos; per testimoni vi erano i dikastai, giudici. Atto di appropriazione dei terreni venduti (9) (ejmbavsew" crhmatismoV" * > ejmbaFse-S" chrematismo-S"). Il precedente proprietario doveva accogliere nell'appezzamento i kthmatw'nai (* > ktmatF'nai), che ne prendevano ufficialmente possesso, di fronte a tutti i proprietari (o i fittavoli) dei terreni limitrofi che fungevano da testimoni: (ejnantivon martuvrwn tw'n oJmovrwn, oppure parovntwn martuvrwn th'/ ejmbavsei) (* > ejnantiFon martuFrFn tF'n oJmoFrFn * > enantion marturn t'n omorn; oppure paroFntFn martuFrFn th' / ejmbaFsei * > parontn marturn th'/ embasei) Formula: ejnebivbasen kataV toVn novmon (nome del venditore) touV" eiJrhmevnou" * > ejnebiFbasen kataF toFn noFmon (nome del venditore) touF" eiJrhmeFnou" * > ejnebibasen kata ton nomon (nome del venditore) tou" eiJrhmenou" thmatwvna" uJpoV th'" =Otwrkondevwn fulh'" (nome di tutti i membri della * > ktmatFFna" uJpoF th'" =OtFrkondeFFn fulh'" * > ktmatna uJpo th'" =Ot(o)rkonde(o)n fulh'" commissione) eiJ taV" geva" (* > eiJ taF" geFa" > *eiJ ta gea) (cui fa seguito una descrizione delle terre in oggetto). Atto di affitto (misqwvsew crhmatismov" * > miskFFseF chrmatismoF * > miskse-S chrmatismo-S). I tamiai concedono in locazione i terreni, in affitto perpetuo, anche per i discendenti del locatario. Formula: oiJ tamivai ejmivsqwsan taV" geva" ejf= w|/ e{xei aujtaV eij" patrikaV aujtoV kaiV * > oiJ tamiFai ejmiFskFsan taF" geFa" ejf= w|/ e{xei aujtaF eij" patrikaF aujtoF kaiF * > oiJ tamiai ejmisksan ta" gea" ejf= w|/ e{xei aujta eij" patrika aujto kai oiJ ejx aujtou' h] oi|" a]n hJ klhronomiva tw'n uJparcovntwn kaqhvkhi. * > oiJ ejx aujtou' h] oi|" a]n hJ klhronomiFa tF'n uJparcoFntFn kakhFkhi * > oiJ ejx aujtou' h) oi|" a]n hJ klhronomia t'n uJparcontn kakhkhi Si reiteravano le condizioni di affitto; si richiedeva la presentazione di garanti, per assicurare l'impegno del pagamento dell'affittuario per dieci anni. Testimoni erano i dikastai e il nomophylax della città, il magistrato preposto alla custodia delle leggi. Le iscrizioni di Olymos presentano le stesse caratteristiche: vi sono yhfivsmata del demos Olymeon che confermano l'esistenza di wjnhv, e[mbasi", mivsqwsi", atti attestati anche in forma indipendente. Le epigrafi di Olymos si distinguono da quelle mylasie solamente per l'attestazione della dienguesis, mancante per Mylisa, ma ugualmente praticata (cfr. 1b, 4). Il corpus è quindi compatto e testimonia una prassi comune ai due centri, esito di una tradizione consolidata. ARCHIVIAZIONE
*§//$"*§//$" Questo fenomeno posto in evidenza, limitato quasi tutto alla F, così vistoso in questi esempi, lo possiamo rintracciare con facilità nell'anatolico in genere; se accostiamo l/d-t, che spesso si avvicendano, riusciamo subito a mettere a confronto due condottieri, apparentemente diversi, i già visti lawaghe(We)tas, tirs. lu(Fu)cuMone, ed il parallelo tawagalawas, entrambi da LAG/ TAG, gr. lag-é-tes/ tag-ó-s 'guida/ duce' > *LAG-/ TAG-/-a/-e/-u(-sus > -tus/-lus/-nus), lat. LEG-a-tus, tirs. TAG-e-te; preitt. laBarnas/ itt. taBarnas < *LA-r-nas/ *TA-r-nas, titoli 'Solari' dei re; tirs. LAran/ eteo TArhui 'dio della tempesta del cielo'; tirs. LA-ris/ persiano DA-a-ri-ia-a > DA-rio, tirs. LA-sa, lat. LA-r 'della luce', gr. LÁ-o 'luce > guardo', LU-me; con d/t come il monte *LIK-te/ DÍK-te 'della luce'; LACrima/ DÁKruma 'del LAC/ LAGo/ LIQuore…acqua'; il re ittita SuPPiluliuMas < *Su-FFi-lu-niu/Fas > *SUL-u-nias > 'SOLone/ SOLare'; epeweTlymmei < *epeFelFFei, gr. épauloi < *epeFaulFFoi 'i vicini/ campagnoli/ perieci' (notevolo il T infisso, come in SAR 'sole' > MARis/ PARis 'Sole' > AR 'Sole' > ARma 'sole notturno > Luna', divenuta *arTma, lidio ArTimus, tirseno AriTimi, greco ÁrTemis 'Luna'..)…. La lingua tirsena subì una forte contrazione, com'è facile constatare, questo fenomeno contribuì a far scomparire molte F, altrimenti immancabili in epoche remote; qui si forniscono alcuni residui: il più evidente: achMeMrun, seguono aVcinas, atVli, caVsina, cVer, eteraV, etVa, velVaes, VraVnal, zelarVenas, zelVth, haVrenies, helVasi, thanakVilus, theVruclnas, (ithaVus), ilucVe, kaVtha, klaVtie, laVcinasa, laVthn, macstreV, manthVate, nacnVa, neVtlane, pateVce, peVtial, selVansl, setuMnal, raVnthu, rathMsnal, saValthas, saVcnes, taMera, teVcrum, tinschVil, ucuMzna, uFtaVi, phauriVla? phersiPnai, chVestenal, chisVlics, fleszneVes, flerchVa, FuFluns, FuFns. Finali ….-s-s > -s-n, -r-n, -t-n….-ch-n: anca-r-nal, anca-r-ni, arn-t-nal; cali-s-na, cup-r-na, ces-t-na, ecna-t-nas, epr-th-ne, etri-s-nas, vel-s-nas, velthV-r-na, vel-th-ne, VES-ti-ri-ci-na-la < *VES-ti-ri-ci-s-sa,……zila-ch-nu, POL-i-ch-na, POL-io-ch-ni. Questo lavoro è comparso su SYMPOSIACUS, Anno XXXIII - n. 2- Aprile-Giugno 2003 |
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